Marsala, porto di Dio – banchetto degli dèi

Pochi conoscono la storia gloriosa di Marsala, poiché questa meravigliosa città è soprattutto celebre per due sole cose: lo sbarco dei Mille e il buon vino, apprezzato in tutto il mondo, che prende appunto il suo nome.

La città di Marsala sorge sul sito dell’antica Lilibeo, importante colonia cartaginese.

La colonia resistette a vari assedi; solo i Romani, ai quali oppose resistenza per 10 anni, riuscirono a conquistarla nel 241 a.C.

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Dall’inizio del V secolo e fino all’occupazione araba, Lilibeo subì molte devastazioni barbariche.
Fu sotto il dominio degli Arabi che la città prese il nome di Marsala, il quale deriva da due voci arabe “Marsa e Allah”, cioè Porto di Dio o da “Marsa Ali”, Porto di Ali.

Nel XVI secolo questa splendida città subì molti saccheggi, anche da parte degli Spagnoli.
Dopo essi, fu sottoposta ai Borboni, dai quali la liberò Garibaldi nel 1860, sbarcando proprio sulle sue coste.

Il centro della città di Marsala, piccolo rispetto ad altre città siciliane, è costituito dalla Piazza della Repubblica, in cui è presente il Palazzo Comunale e il Duomo, dedicato a San Tommaso di Canterbury e costruito in piena epoca normanna. Esso è stato più volte trasformato e l’aspetto attuale risale a un rifacimento del XVIII secolo. La facciata in stile barocco, parzialmente distrutta dai bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale, è stata restaurata; il suo interno, a tre navate, contiene molte opere d’arte tra cui l’icona marmorea di Antonello Gagini che si trova nella Cappella del Sacramento e la Madonna col bambino del Laurana.

 Ma torniamo adesso al pregiatissimo vino per cui Marsala è famosa.

Per conoscerne la storia, dobbiamo presentarvi un mercante di Liverpool: John Woodhouse.
Egli era impegnato nel commercio delle ceneri di soda e, nel 1773, navigava lungo le coste siciliane diretto a Mazara del Vallo, mèta mai raggiunta però a causa di una tempesta che lo fermò poco prima, costringendolo ad una sosta imprevista nel porto di Marsala.
In una delle tante osterie della città, gli fu offerto il miglior vino qui prodotto, quello che i contadini riservavano alle grandi occasioni: il perpetuum.

Woodhouse ne rimase affascinato e pensò che fosse perfetto per essere sorseggiato nei raffinati salotti inglesi. Aggiunse quindi al perpetuum un po’ di acquavite da vino, per evitare che si alterasse durante il viaggio, e ne spedì 50 pipe a Liverpool con l’intenzione di testarne l’effetto.
Messa quindi insieme una quantità considerevole di vino Marsala, la spedì a Londra; il vino ebbe un successo imprevedibile ma comunque contenuto. Al resto pensò quindi il figlio di Woodhouse, che fu anche il fautore di un’importante rivoluzione agricola in tutto il trapanese. Egli prestava ai contadini il denaro necessario per coltivare terre e piantare vigneti.

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fonte instagram

Il 1773 può quindi essere considerato l’anno di nascita del Marsala, anche se la sua fama ebbe inizio nel 1789, quando l’Ammiraglio Nelson ordinò ai Woodhouse una grossa partita di vino.

Fu grazie ai Whitaker che iniziò ad essere esportato in America, nell’Asia non musulmana, in Australia; in pratica in ogni continente.

Così come accade a tutte le mode, anche il Marsala ebbe il suo momento di gloria e poi quello di decadenza. Durante le guerre, soprattutto, sono avanzati altri vini da aperitivo e da dessert, come ad esempio il Porto.

Ma, negli ultimi anni, il Marsala è riuscito a risalire le vette del buongusto ed è ritornato nelle tavole di tutto il mondo come uno dei vini più pregiati, aggiudicandosi la prestigiosa etichetta DOC.

Il Marsala è un vino liquoroso secco al primo contatto e poi lascia un sapore vellutato e caldo come il calore della terra dalla quale viene generato.

L’Ammiraglio Nelson lo definì “degno di stare sulla mensa di qualsiasi gentiluomo”.
Alcuni, dopo averlo gustato, aggiungono che è degno anche del banchetto degli dèi.


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