Scicli: un fascino storico dai mille volti

Il nostro itinerario alla scoperta di paesi, comuni e città con le loro storie affascinanti ci porta a Scicli, provincia di Ragusa. Essa si presenta con uno sponsor d’eccezione quale il Maestro Elio Vittorini, grande scrittore siciliano morto nel 1966 che in un suo romanzo rimasto incompiuto e pubblicato postumo, “Le città del mondo“, la definisce la città più bella che abbia mai visitato. Più di Caltagirone, più di Piazza Armerina e addirittura più di Ragusa ed Enna. Sempre nel suo romanzo ne descrive un po’ le caratteristiche geografiche presentandola all’incrocio di tre valloni, con antichi fabbricati ecclesiastici in stile barocco che imperano in più punti.

Come capita spesso, i secoli e i millenni lasciano sempre tracce di molteplici dominazioni. Scicli non fa assolutamente eccezione: resti di stampo greco hanno “passato il testimone” alla presenza dei cartaginesi, i quali a loro volta hanno dovuto lasciare il campo ai Romani, che sottoposero la città al cosiddetto tributo della decima, che consisteva nel pagamento di un decimo del raccolto. Dopo la caduta dell’impero romano, la città passò in mano ai bizantini e successivamente subì l’invasione dei Barbari,  grazie ai quali trascorse un periodo di notevole sviluppo sia in campo agricolo che in campo Le prime presenze umane su questo territorio sono datate in un periodo definito eneolitico, compreso ossia tra l’età del rame e l’età del bronzo antico (ci troviamo quindi intorno al III-II millennio a.C. – XVIII-XV secolo a.C.). 

Scicli presenta un territorio molto particolare ricco di cave e grotte carsiche che hanno favorito l’arrivo di numerosi insediamenti rupestri. Il primo, ancora in età preistorica, è quello di Grotta Maggiore, seguita da quello rupestre bizantino e medievale risalenti al periodo compreso tra l’VIII e l’XI secolo d.C. in località Chiafura (antico quartiere scavato nella roccia). Il dominio saraceno su Scicli terminò solo nel 1091 a favore del dominio normanno per opera di Ruggero d’Altavilla. Questa battaglia si è combattuta nella Piana dei Milici; ad essa  è legata la leggenda della Madonna delle Milizie. Leggenda vuole  che la battaglia finale fu vinta dai Cristiani per l’intercessione della Vergine Maria scesa su un bianco cavallo a difesa di Scicli. Nella località dell’avvenimento venne successivamente costruita la chiesetta della Madonna dei Milici. Nasce così la Festa delle Milizie, considerata una delle più belle attrazioni folkloristiche di Scicli. Dopo il periodo normanno la città passò sotto la famiglia di casa Svevia Hohenstaufen dove comunque mantenne il privilegio di città demaniale già conquistato in precedenza. 

Arriviamo così al XIII secolo con l’arrivo del periodo angioino che denigrò per così dire il prestigio conquistato nei secoli considerando Scicli solo un territorio di conquista da cui ricavare profitti a livello economico. Non solo la provincia ragusana maldigeriva la presenza di Carlo D’Angiò, ma anche tutta la Sicilia, fino ad arrivare ad un punto di saturazione che portò a un’insurrezione generale che prese il nome di Vespri siciliani, in seguito ai quali le compagini francesi vennero cacciate in favore di Pietro III d’Aragona, tornando agli splendori che le competevano, passando sotto la Contea di Modica e di conseguenza nelle mani delle famiglie che si sono susseguite nei secoli: dai Mosca ai Chiaramonte, dai Cabrera agli Enriquez-Cabrera.

Si arriva così al 1742. In tutto questo tempo si attraversarono alti e bassi. Scicli divenne anche una Sergenzia (circoscrizione militare), ma visse la brutta bestia della peste che ridusse la popolazione di circa due terzi: da 11000 ad addirittura 4000 abitanti.
La popolazione rimasta si rimboccò in maniera meravigliosa le maniche e col sudore della fronte la riportò in vita. Siamo nel ‘700 e lo stile che risalta è il Barocco che caratterizza infatti ancora oggi la maggior parte degli edifici e delle strutture presenti: civili, ecclesiastiche e militari.
Sono davvero tanti e per questo ve ne elenchiamo solo una per categoria (vi assicuriamo che sono scelti a caso, perché son tutti davvero uno più bello dell’altro) Palazzo Beneventano, Chiesa di Santa Teresa e il Castellaccio.
Il nostro ringraziamento infine va al fotografo Emanuele Sgarlata che ci ha permesso, attraverso le sue foto, di vedere la bellezza di Scicli che si conferma città accogliente e ricca di meraviglie storiche che lasceranno senza parole i visitatori.

Per info:
Comune di Scicli

 


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