Sambuca di Sicilia, viaggio nel Borgo dei Borghi 2016

Nominato poco tempo fa “Borgo dei Borghi 2016” all’interno della trasmissione di Rai 3 Alle falde del Kilimangiaro e vincitore dell’edizione 2014-2015 del programma di Rai 2 Mezzogiorno in Famiglia, Sambuca di Sicilia si aggiunge di diritto ai comuni siciliani che portano l’eccellenza della nostra bedda Isola in tutta Italia e oltre.

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Ci troviamo a circa 90 km da Agrigento, per l’esattezza nella Valle del Belice in cui, circondata da comuni quali Sciacca, Caltabellotta e Menfi, Sambuca di Sicilia si erge cullata su una collina ben attenta a distinguersi nel nome dall’omonima Sambuca presente in Italia, quella Pistoiese.

Di sicura origine araba, fondata intorno all’830, Sambuca di Sicilia ebbe il nome originale di Zabuth, in onore dell’emiro (Al Zabut appunto) che proprio lì vi fece costruire il suo castello. Ma come tutte le storie affascinanti, esistono delle particolarità, in questo caso proprio attorno al suo nome. Infatti altre due ipotesi si fanno largo per la sua attribuzione: una riguarda uno strumento musicale simile all’arpa, il cui nome latinizzato, sambyke, raffigurato anche sullo stemma comunale. La seconda si rifà ai semi delle piante di sambuco, presenti in antichità nella Valle del lago Arancio, un bacino artificiale che circonda Sambuca sul proprio fianco.

Le dominazioni subite dal comune agrigentino nel corso dei secoli sono davvero numerose: la prima, come già un po’ accennato poco fa, è quella araba, seguita dal periodo normanno con Guglielmo II “il Buono”, all’interno del quale il suo nome non subì variazioni e la “Chabuta seu Zabut” (Splendida ovvero Zabut) venne donata alla Chiesa di Monreale. In seguito periodo svevo, aragonese, rinascimentale, barocco, borbonico e risorgimentale si succedettero lasciando ognuno una propria impronta ancora oggi ben marcata e ben definita; ma è nei primi del ‘900, ossia durante il periodo fascista, quando Mussolini ordinò la cancellazione del nome Zabut e diede l’attribuzione regionale “di Sicilia” a Sambuca, modificando un po’ l’insieme delle strutture che compongono il comune e costruendo una piazza che accoglie un monumento ai caduti. In quegli stessi anni si avvertono anche le conseguenze positive dell’unificazione italiana soprattutto nei collegamenti ferroviari e stradali.

il 1968 è un anno clou per Sambuca di Sicilia: il terribile terremoto della valle del Belice arreca danni al paese e durante la ricostruzione, tornano a nuova vita il centro storico e una nuova zona abitata nella zona chiamata Pignolo.

sambuca_di_sicilia_prettomonicaI luoghi da visitare davvero non mancano. La storia di Sambuca di Sicilia ha donato al paese la possibilità di essere una meta turistica di gran livello. Alcuni esempi? Il teatro L’Idea, costruito a metà dell’800, dallo stile architettonico neobarocco, che spicca anche in altri grandi teatri siciliani quali il Politeama di Palermo e il Bellini di Catania. Oppure la pinacoteca “Istituzione Gianbecchina” al cui interno è possibile trovare alcune opere dell’artista siciliano donate al suo comune natale, e il museo archeologico Palazzo Panitteri, inaugurato nel 2013 e ricco di reperti greco-punici: il suo emblema è la Demetra dalle Belle Chiome.

Il Santuario di Maria SS. dell’Udienza, assieme alla Chiesa della Matrice, alla Chiesa del Rosario e la Chiesa di San Michele Arcangelo rappresentano inoltre solo alcuni dei luoghi religiosi che meritano di essere visitati.

Maria SS. dell’Udienza è la patrona di Sambuca di Sicilia, la sua festa si svolge con una tradizionale processione ogni terza domenica di maggio; compatrono del paese invece è San Giorgio Martire, festeggiato il 23 aprile, che dà la benedizione ai campi e a tutte le famiglie.

Per ovvi motivi in questo pezzo non posso raccontarvi minuziosamente tutto ciò che Sambuca di Sicilia offre ai propri visitatori (vi toglieremmo anche il piacere di restare sorpresi nel giro) eheh 😉

E voi, conoscevate quest’altro nostro gioiellino? Ci siete mai stati o avete intenzione di andarci? Bhe adesso che è anche #borgodeiborghi2016 merita una visita 😉


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