Il Carnevale di Cattafi e suoi coloratissimi angeli: gli Scacciùni

“Cu passa di Cattàfi è tradizziùni
cuntàri a stòria d’ì Scacciùni,
nà storia vècchia tantu quàntu u munnu 

chi terra e mari la mmucciàri o funnu.”

Con questa piccola strofa di una canzone dei Malanova, vi raccontiamo una storia molto particolare che ha dato vita ad uno dei carnevali antichi e molto belli della provincia di Messina. Ma prima è necessario fare solo “qualche” piccolo passo indietro nel tempo…

carnevale cattafi_fioraia e capuscacciùni_angela bertinoEra il lontano 1544 quando un’orda di Saraceni con a capo Hjerdiss Barbarossa, ammiraglio di Solimano I, seminava devastazioni e saccheggi lungo il suo tragitto su tutto il territorio messinese. Durante il viaggio, i Saraceni presero un’antica strada detta “della Cucugghiàta”  dove vennero sorpresi dai contadini di un piccolo casale chiamato Cattafi. Con l’aiuto del barone Balsamo, armati di vanghe, bastoni e tridenti i contadini “scacciarono” i Saraceni salvando il paese dall’invasione. Dopo la cruenta battaglia, i cattafesi, volete per scaramanzia o per curiosità, indossarono gli abiti dei vinti. Cominciarono così col mettere un gonnellino di stoffa pregiata con sotto un pantalone corto portato sopra al ginocchio; della stessa stoffa indossarono una camicia ricca di ricami pregiati e su di essa incrociarono dei nastri colorati. Per finire, si misero delle lunghe calze e dei calzari per fasciare le caviglie. Ma l’accessorio più importante fu il copricapo: un lunghissimo cappello a forma di cono ricoperto di stoffa, ornato di pietre preziose colorate dalla cui sommità partivano numerosi nastri colorati. Nasce così la maschera del carnevale cattafese: lo “Scàcciuni”!

Nella piccola frazione del comune di San Filippo del Mela l’antica maschera inizialmente veniva indossata dai piccoli boss di quartiere (i capobastùni“), per dare sfoggia della loro unicità e successivamente anche durante le feste di paese. Tradizione vuole che gli stessi scàcciuni accompagnassero all’altare le giovani donne il giorno delle loro nozze, in qualità di garanti della loro integrità e protezione. Col passare del tempo questo particolare costume entrò definitivamente come simbolo della maschera del carnevale cattafese. Così, ogni anno, il giorno di carnevale gli scacciùni colorano le strade di Cattafi, rievocando la cacciata dei Saraceni e dando vita ad una pantomima di ben oltre 500 anni: “A Maschira“.

carnevale cattafi_fimmini_angela bertino
Il centro di tutta la rappresentazione è la “Fioràia”  simbolo della bellezza femminile e della gioventù. Durante la sfilata la fioràia balla e porta sempre con sé un cestino di mazzolini di viole. Al termine di ogni ballo, il Capumàschira le comanda: «Fioràia, fai il tuo dovere!». E lei, guardandosi intorno e osservando le donne presenti in pubblico, recita così:«O mia bella signorina, accetta questi fiori donati da una bimba che, spinta dal cuore, ti porti sulla via dell’amore!». Questa è una delle tante frasi che lei dice ispirata dal momento, e va verso la ragazza prescelta regalandole il mazzolino di viole. La fioràia è sempre accompagnata dal Caposcacciùni in segno di protezione, ed è l’unico con cui può danzare in coppia con lei. E guai a chi osa avvicinarsi!
La sfilata si apre con le coppie formate dai “dàmi” e “cavaleri“.  ‘A dama è la figura femminile della coppia anche se è interpretata da un uomo, come del resto lo è la fioràia, poiché anticamente alle donne non era consentito mascherarsi. I cavaleri e ‘u masculu da coppia, abili nel condurre la propria dama nei balli, sono tipicamente vestiti in abito scuro, un abito che era anticamente usato nei giorni di festa o del matrimonio. A gestire le sorti del ballo delle coppie è il Capumàschira ovvero l’antico “màstru ‘i ballu” che comanda i vari balli, ma soprattutto è la “Prima Coppia” poiché da essa partono le coreografie. Il Capumàschira, d’intesa cu Maièstru (cioè il maestro), cura le coreografie dell’intera sfilata.

carnevale cattafi_capuscacciuni_angela bertinoIndispensabili per i balli sono i Musicanti che, seguendo gli ordini del Maièstru, accompagnano con la loro musica le figure della Maschira. Un tocco di femminilità è dato dalleFimmine“, figure entrate nella rappresentazione negli anni ’80. I loro costumi sono ispirati a quelli degli Scacciùni e, con le loro lunghe gonne arricchite dai nastri colorati, portano allegria e folklore ballando tarantelle accompagnate dai loro tamburelli. Ed infine, la tradizione si tramanda grazie ai divertentissimi “Scacciùneddi“.

L’arrivo deglispazzini”, altri personaggi della Maschira, indica che la sfilata è vicina. Il loro compito è quello, per l’appunto, di spazzare la strada lì dove le coppie eseguiranno i balli, ma sono anche protagonisti di simpatiche scenette improvvisate. Infine, occhio ad altri simpatici personaggi: iCiusciacanìgghia“. Sono dei “cacciatori di coriandoli” e anticamente dai loro fucili, modificati, usciva “canigghìa” (mangimi per animali) e il malcapitato non poteva sfuggire dalla loro mira.
Quando ogni personaggio è pronto, a Màschira può cominciare e sfila in una Cattafi addobbata a festa da numerosissimi nastri colorati. Dopo ogni “fimmàta” di rinfresco (tavoli banditi con ogni sorta di pietanza tipica del periodo di Carnevale), per riprendersi dal ritmo incessante della musica, le coppie si riordinano e, al comando vocale del Capumàschira che dice: «Dalla prima coppia…a passeggiu!»,  la sfilata può riprendere.

A fare da cornice a tutto ciò ci sono loro, i protagonisti: gli Scacciùni. Coloratissimi ed energici, ipnotizzano con la loro incessante danza al ritmo di tarantella brandendo i loro “nèrbi“, armi da difesa a protezione della fioràia. Sono sempre di numero dispari e disegnano precise coreografie intorno alla sfilata. Vi potrebbe capitare di essere pizzicati dal nèrbu d’ù scacciùni se per disattenzione vi capiterà di passare in mezzo alla sfilata o addirittura avvicinarvi alla fioràia!

carnevale cattafi_le dame_angela bertino
Non mi resta quindi che invitarvi al prossimo anno a Cattafi per vedere quanta passione gli organizzatori dell’Associazione culturale danze e musiche popolari – “A Maschira” – danno a questo antichissimo carnevale. Chissà, magari capiterà anche a voi di avere tra le mani, inaspettatamente, un mazzolino di viole regalatovi dalla fioràia (come è capitato a me!). Perché, mi hanno raccontato, che essere omaggiati dalla fioraia è motivo di grande orgoglio per chi lo riceve.

Ringrazio Federica per aver soddisfatto le mie curiosità, Pietro Mendolia per il testo della canzone, il Capùscacciuni per la foto e la Fioràia per il suo simbolico omaggio floreale!

“Li Scacciùni sunnu iànciuli i n’àutru munnu
chi tra la terra e u mari stannu’u nfunnu
e nèsciunu ogni tantu tra la genti a rùmpiri li corna e priputènti”

Se avete voglia di conoscere di più il carnevale di Cattafi anche solo attraverso il loro ricco archivio fotografico, eccovi gli indirizzi del loro sito ufficiale e della loro pagina Facebook

Sito ufficiale: wwwamaschira.it
Facebook: www.facebook.com/amaschiracattafi2016


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